Coaching e disabilità

Il Coaching è una metodologia di sviluppo personale efficace per raggiungere gli obiettivi desiderati. É sfidante, permette di produrre risultati, di realizzare prestazioni eccellenti. Il presupposto su cui si basa è che ogni persona è unica e ha dentro di sé tutte le risorse per superare ostacoli e difficoltà e scegliere liberamente chi vuole essere.

E quando l’unicità si presenta – conclamata – come disabilità? Un’unicità che è riconosciuta in quanto diversamente abile? Dove le abilità sono effettivamente mancanti, difettose, limitate. Come è possibile far emergere le potenzialità della persona? Con creatività. E accade così che una giovane educatrice, svolgendo attività di supporto educativo in classe, accompagni una studente disabile nel proprio successo scolastico.

Il Coaching ha un approccio non orientato ai problemi, ma alle soluzioni, ai risultati. Può quindi essere ben inteso come strumento creativo di ampliamento delle capacità di individui, anche disabili. In un periodo di profonda transizione e trasformazione qual è l’adolescenza, in cui intensa è la dialettica tra effettività e potenzialità della persona, un’attività pedagogica con approccio di Coaching può supportare la discente nel suo progetto scolastico e, più ampiamente, anche esistenziale. Nota la realtà – il deficit fisico e cognitivo – e stabiliti gli obiettivi formativi, la sfida è quindi intraprendere il percorso per raggiungerli e provare a puntare oltre. In che modo? Svolgendo l’attività come un laboratorio attivo, che si centri sull’esperienza soggettiva della studente e la valorizzi, anche all’interno del gruppo. Svolgere l’attività pedagogica con l’approccio di Coaching permette di supportare la soggettività e la realtà della studente nella sua interezza – mente corpo emozioni -. Offre la possibilità di lavorare sul suo personale modo di percepire e interpretare il mondo, in particolare l’ambiente scolastico.

Il percorso formativo comporta l’acquisizione di conoscenze e lo sviluppo di competenze: i comportamenti, le capacità e le strategie deficitari vengono stimolati, migliorati, modificati; ne vengono appresi di nuovi, alcuni quasi inaspettati. Questo é possibile perché si va oltre il sapere e il saper fare degli obiettivi minimi o differenziati, dichiarati nel Piano Educativo Individualizzato. La ragazza è soggetto attivo ed é stimolata a lavorare su quello che è importante per lei, su ciò in cui crede e su chi è, assumendosi la responsabilità e l’impegno delle azioni da intraprendere. Anche se non nominati apertamente identità, convinzioni, valori sono agiti, vissuti, condivisi.

Si generano e si alimentano volontà e motiv-azione, lei diventa protagonista del proprio progetto scolastico ed esistenziale. E la partecipazione al gruppo stimola confronto, condivisione e sostegno: un relazionarsi che supporta l’espressione e la crescita di sé.

 Esprimere il proprio potenziale

Le risorse presenti vengono potenziate ed espresse attraverso un approccio integrato di Pedagogia e Coaching:

  • La vivida immaginazione permette di lavorare sulle materie, praticamente, attraverso visualizzazioni e l’installazione–ottimizzazione di semplici strategie di memorizzazione e ripetizione. In questo modo le capacità di studio e di espressione, in forma sia scritta che orale, delle conoscenze e competenze migliorano. E si dimostrano funzionali, anche in ambito extrascolastico. La ragazza può entrare in un negozio da sola, comprare un articolo e accorgersi che la commessa sbaglia a darle il resto.
  • L’apertura alle relazioni offre lo stimolo ad un mentoring che aiuta a rafforzare le convinzioni e il ruolo di tutor ad un’altra studente disabile in un’azione di peer education. Sicura di sé e delle proprie capacità, supporta la compagna nello svolgimento delle attività e nella gestione delle proprie emozioni.
  • L’interesse per l’arte diviene la base per un’azione di sponsorship che valorizza l’identità positiva di studente, i valori di Bellezza ed Espressione. Si compie un lavoro di ancoraggio a strategie e capacità di preparazione e comunicazione, e un positivo riconoscimento dell’allieva. Un percorso progressivo culminato a fine anno in una ‘lezione’ alla classe nell’ora di storia dell’arte.
  • La passione per i manga e il disegno viene utilizzata per creare uno ‘spazio-tempo altro’, aperto a qualcosa di più ampio e grande, in cui lavorare sulla visione, la missione individuali. Si riconosce la persona, la sua autonomia e autodeterminazione, l’essere in relazione con gli altri. La studente esprime le proprie uniche attitudini e inizia a costruire un suo progetto di crescita. Nasce anche l’idea di frequentare, dopo la scuola superiore, un corso di disegno.

“Penso che talvolta i veri limiti esistano in chi guarda”

Candido Cannavò

La condizione di deficit, il limite, diviene l’opportunità per far emergere le potenzialità dell’alunna disabile, aumentarne l’autostima, la sicurezza in se stessa e la consapevolezza di sé. Il livello di conoscenze e competenze si accresce, si rafforzano e sviluppano atteggiamenti e attitudini.

La soggettività della ragazza si esprime nella quotidianità scolastica, la capacità decisionale, di scelta si amplifica. La progettualità individuale si apre alle possibilità presenti e future, nonché ad ulteriori obiettivi sfidanti.

Quest’apertura al possibile e al futuro mostra come un utilizzo creativo del Coaching ampli le capacità dell’individuo e incida positivamente sulla creatività della persona stessa, nel vivere e progettare autonomamente la propria esistenza, unica e diversa.

Pubblicato su CoachMag N° 13