Accogliere se stessi.

Accoglienza è l’atto di ricevere una persona. Si accoglie, ad esempio, un ospite a casa, un cliente di lavoro; si accoglie la nascita di una nuova vita. Accogliere è quindi un’azione che mette in relazione con l’altro. Quando si accoglie, si dà ospitalità e ci si apre alla persona che arriva.

Accogliere l’altro implica l’aprirsi a qualcuno diverso da sé, una persona che porta qualcosa di differente. La diversità presenta aspetti poco noti, nuovi, magari anche sconosciuti, che possono mettere alla prova, infastidire, che possono aprire al dubbio, all’incertezza, finanche alla paura. Timore di perdere le proprie certezze e le abitudini che danno sicurezza, o anche paura di cambiare. Perché cambiare può voler dire mettersi in gioco, guardare le zone d’ombra, accettare il rischio e la vulnerabilità. E questo è un atto, una scelta che implica coraggio, audacia. Affinché venga messa in atto questa decisione coraggiosa di apertura sono fondamentali il rispetto e l’accettazione dell’altra persona per quello che essa è e per ciò che porta. Apprezzarla nella sua unicità, per ciò che è.

Ma questi elementi non valgono anche per se stessi? Accogliere, rispettare, accettare e apprezzare non sono forse azioni da agire anche nei riguardi di sé? Prima ancora di metterli in atto nei rapporti e di aspettarseli dall’altra persona, non sarebbe funzionale e sano coltivarli nei propri confronti? È possibile aprire veramente le porte all’altro, se non lo si è fatto innanzitutto con se stessi?

Aprirci a noi stessi è porta maestra per accogliere e ricevere le altre persone e per stare in relazione con loro.

La prima persona alla quale dare il benvenuto quindi siamo noi stessi: rispettarci, accettarci e apprezzarci per ciò che siamo. Questo è un atto di sicuro impegnativo e che richiede di mettersi completamente a nudo con se stessi. È un atto di accoglienza e di amore! Ma lo possiamo fare ogni giorno, scegliendo di agire e sentirci così.

Se ci apriamo verso di noi in questo modo, possiamo anche coraggiosamente accogliere le nostre parti d’ombra, quelle che ci piacciono di meno e che più ci mettono in difficoltà e ci fanno soffrire – quali un’esperienza traumatica del passato, emozioni negative che ci trasciniamo da tempo, schemi di pensiero reiterati, atteggiamenti disfunzionali. Quando diamo ospitalità a questi aspetti di noi, ci concediamo uno spazio e un tempo di riflessione – elaborazione – integrazione. In questo modo accresciamo la consapevolezza di noi stessi e ci stimoliamo al cambiamento e alla crescita.

Aprire la porta all’altro noi stesso, alle nostre parti altre è un atto di decisione. La responsabilità è nostra. Ed è una scelta coraggiosa perché comporta accogliersi nuovamente ogni giorno. Ma, se intrapreso, la direzione della nostra vita e delle nostre relazioni cambia significativamente e in meglio!

Articolo scritto per l’Associazione Mi Diras Nur